Psicoanalisi del testo: I pirati. Giovanni Truppi e il mondo interno

La psicologia ci ha raccontato dalla sua nascita che la realtà del mondo che viviamo non è assoluta, non è uguale per tutti, e anche davanti alla stessa immagine del mondo, due persone, con due vissuti diversi, possono percepire immagini lontane tra loro.

Com’è possibile, allora, e perché l’essere umano, che è stato in grado di sistematizzare il modello scientifico e le varie declinazioni di scienze, non può dirsi sicuro di quello che vede, ma può percepire il mondo diversamente a seconda del suo punto di vista sopra la realtà?

In questo articolo (I punti di vista costruiscono la realtà. Einstein e la luce ci spiegano perché) ho ricordato che anche nelle scienze l’assoluto si sta allontanando sempre di più come costrutto, ma se riduciamo lo sguardo all’essere umano in sé, spoglio di un pensiero sistematico come quello scientifico, all’essere umano che guarda il mondo che lo circonda, il mondo delle sue relazioni, degli affetti, delle motivazioni e delle aspirazioni, allora le cose si fanno ancora più confuse, complesse, ma senza dubbio interessanti.

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Questa confusione dipende da un elemento che Freud, nonostante la venerabile età della sua teoria, ha individuato come caratteristica del mondo inconscio: Scambio della realtà esterna con la realtà interna.

In poche parole questa caratteristica fa si che se per strada noto lo sguardo di una persona che mi interessa, posso pensare che quella persona mi sta guardando per qualche motivo, e mi convinco di questo fatto, anche se quella persona ha guardato verso di me perché aveva una cosa negli occhi.


I pirati

Altre caratteristiche misteriose regolano la nostra mente e i nostri vissuti, e Giovanni Truppi in questa canzone ne parla con una testo che permette di capire quanto la poesia, un prodotto della nostra mente, è in grado di contenere significati molteplici, e potenzialmente infiniti.

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La canzone di Giovanni Truppi è una canzone che parla di un rapporto di amore con una persona che fa parte del contesto di chi canta, della realtà del mondo esterno.

Il fatto che noi due quando ci siamo conosciuti
avessimo o meno presente che ci saremmo innamorati
non è importante.

La canzone inizia raccontando una relazione a due, che subito dopo si apre in rami di relazioni complesse:

E’ chiaro infatti a entrambi che siamo tutti governati
da parti di noi stessi che conosciamo molto poco
ma che entrano in contatto,
si sfiorano

Nella canzone entrano “tutti” e contemporaneamente entrano le “parti di noi stessi”. In questi versi si struttura quella dualità tra mondo esterno, fatto da tutti noi, e mondo interno, fatto dalle parti di noi stessi che conosciamo molto poco.

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Subito dopo Giovanni Truppi si chiede:

e chissà quando è stato che davvero ti ho incontrato,
per la prima volta che ci siamo detti

Questo nuovo passaggio al mondo esterno della relazione a due rende evidente il modo in cui noi viviamo la realtà esterna, cioè attraverso la nostra realtà interna, attraverso le parti di noi stessi che conosciamo molto poco.


Le relazioni

le relazioni umane sono fatte da persone, ma le persone che incontriamo, gli amici o chi amiamo, sono investiti dal nostro mondo interno, possono trovarsi a rappresentare quelle parti interne di noi che come dice Giovanni Truppi conosciamo molto poco, ed è anche in questo modo che riusciamo a conoscerci meglio entrando in rapporto con gli altri.

In qualche modo quando entriamo in rapporto con una persona che amiamo, stiamo entrando in rapporto con noi stessi o con delle parti di noi stessi.

La bellezza di questa canzone si trova nell’uso delle immagini, che sono usate come i bambini usano le immagini e gli oggetti del mondo nel gioco.

se eravamo di spalle
o eravamo vicini,
se eravamo pirati
o eravamo bambini,
se eravamo stelle, correnti del mare

I pirati gli animali, i bambini, le stelle, sono gli oggetti del mondo, personaggi, che nel gioco vengono rappresentati dal bambino che gioca con il genitore, e poi da solo.

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Il bambino gioca con i pirati, con le stelle, con le correnti del mare e si inizia a muovere sul piano simbolico: i pirati, imparerà che sono i cattivi, ma sono anche quelli che vivono l’avventura della vita, nella via delle correnti del mare, con le stelle che invece sono i punti di riferimento.

Questi giochi dei bambini, rappresentano il mondo e le sue difficoltà tradotte in un linguaggio simbolico affrontabile, perché trasformato in storia di pirati.


Chi eravamo/Chi saremo?

Ed è quando si cresce e che arriva il momento di dover avere a che fare con le aspirazioni e le motivazioni che inizia la difficoltà. I pirati iniziano a sembrare pericolosi. Inizia a diventare difficile capire che ruolo si vuole avere, se si vuole essere pirati, marinai o bambini e quali sono le stelle a cui riferirsi quando si è in balia delle correnti del mare.

La canzone “I pirati” però ci fa capire che si può anche scegliere di essere le correnti del mare che fanno smarrire i navigatori, o le stelle che sono il loro riferimento.

Quando si cresce, il pensiero razionale-scientifico, quello stesso pensiero che vorrebbe mostrarci la realtà in modo definito e chiaro, ci allontana dai simboli, e ci allontana dal vivere alcune emozioni in modo chiaro, come poi si vivevano quando eravamo bambini.

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Questa canzone ci permette di rintracciare quelle emozioni li, di pensare a chi siamo veramente, e dove stiamo andando. 

La canzone di Giovanni Truppi è una canzone molteplice, dai significati sovrapposti: tra le altre cose è una canzone d’amore, ed è una canzone di smarrimento. Riguarda tutti, nel momento in cui ci troviamo persi e in cui non ci comprendiamo a fondo.

E’ una canzone che riguarda l’identità, l’aspetto più difficile da costruire e comprendere, che alla lettera significa “Uguale a se stesso”, e che richiede uno sforzo, per capire di quali colori siamo fatti.

per la prima volta che ci siamo detti.
se ci siamo promessi di tornare vicini,
come uccelli o pirati,
animali o bambini,
come polvere o luce,
disegni sui muri
come colori di un quadro che intuisco sempre diverso,
sempre uguale a se stesso

 

Morgan Colaianni
Psicologia Clinica. Orientamento Creativo.

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