Cosa c’entra la Fisica Quantistica con l’inconscio? – Una spiegazione semplice

Le teorie della fisica quantistica e di una certa psicologia sono arrivate a conclusioni simili. Ecco una spiegazione semplice.

Universo stelle

La Fisica classica descrive ormai da alcuni secoli il comportamento degli oggetti della realtà.  Più precisamente è nel 1687 che l’inglese Isaac Newton pone le basi per quella che verrà chiamata “Meccanica Classica”, ovvero l’insieme di leggi che descrivono il movimento e il modo in cui entrano in relazione gli oggetti del mondo, da un piatto che cade da uno scaffale ad un cannone che spara un colpo a centinaia di metri di distanza.

Queste leggi hanno regnato sovrane fino a che, intorno al 1900, un pianista tedesco di nome Max Planck, che oltre alla musica aveva un discreto interesse per la fisica (Nobel nel 1918), fece una scoperta che con la sua influenza fu in grado di sovvertire completamente il modo in cui comprendiamo il mondo che ci circonda. Detta in maniera semplice ipotizzò che l’energia fosse costituita da pacchetti definiti, quantità discrete enormemente piccole chiamate “Quanti”.

Questo primo sguardo sui quanti fu la nota che accordò gli strumenti di tutti i fisici che nel ‘900 , musicisti o meno, iniziarono con stupore a osservare che tutte le leggi sulla natura conosciute fino a quel punto, semplicemente non erano in grado di descrivere il comportamento dei quanti.

Le certezze crollarono, servivano nuove leggi, nuovi modi di comprendere le stranezza davanti alle quali ci si trovava osservando il mondo dell’infinitamente piccolo.

Era una questione di prospettiva. 

Il Mondo Microscopico

Oggi siamo abituati a zoomare le immagini sul computer, sul cellulare o sul tablet. Sicuramente avete zoommato almeno una volta la riproduzione in 3d della sfera terrestre. Bene, proviamo a immaginare di ingrandire sempre di più quell’immagine di Google Earth, e non fermarci quando vediamo dall’alto il palazzo di casa o la nostra auto parcheggiata nella strada vicina. Proviamo ad andare oltre.

Arriviamo a zoommare sulla foglia dell’albero davanti al nostro portone, vedremo le cellule vegetali “a mattoncino”, poi i cloroplasti all’interno e la clorofilla, fatta da 137 atomi tra cui 72 di idrogeno. Zoommiamo su uno di questi e vedremo un elettrone che gira intorno ad un atomo. Così è fatto un atomo di idrogeno. Però non è così semplice. L’elettrone che gira intorno all’atomo non lo riusciremo a vedere come nelle rappresentazioni grafiche a cui siamo abituati. Avremo davanti a noi un’altra situazione, che ci costringe a utilizzare il concetto di probabilità.

Possiamo descrivere il percorso che fa l’elettrone all’interno dell’atomo solo attraverso la probabilità di trovarlo in un determinato punto, in un determinato momento

Noi possiamo avere solo una maggiore o minore probabilità di trovarlo in un punto del suo orbitale, e lui si fa trovare li in un punto preciso, SOLO nel momento in cui noi interveniamo con una misurazione.

nube elettronica
Nube elettronica di probabilità nell’atomo di Idrogeno. Andando verso il centro aumenta la probabilità di trovare l’elettrone, allontanandosi dal centro la probabilità diminuisce

La realtà subatomica si presenta così: l’elettrone non è MAI in un determinato punto in un determinato momento. L’elettrone è contemporaneamente in tutti i luoghi del suo orbitale e percorre contemporaneamente tutti i percorsi possibili. “Com’è possibile?” é la prima domanda che nasce. Come fa un oggetto a percorrere contemporaneamente tutte le strade possibili?

Questo è quello che ha provato a spiegarsi la meccanica quantistica. Come si può vedere è qualcosa di difficile da capire se proviamo a spiegarcelo utilizzando la logica e il senso comune.

Per capirci meglio è come se la famosa mela caduta sulla testa di Newton poco prima della sua illuminazione sulla forza di gravità staccandosi da quell’albero, nel cadere, avesse percorso ogni percorso possibile, quindi facendo un giro intorno all’albero, in un verso, nell’altro, poi sotto le gambe di Isaac per poi scontrarsi con la sua testa. Semplicemente è assurdo. La fisica subatomica invece è costituita da questi fenomeni che vedono piano piano, sgretolarsi sotto i nostri occhi concetti così importanti per noi, come quello di spazio. 


Lo spazio assoluto non esiste


Prendiamo due elettroni che fanno parte di uno stesso sistema. Questi due elettroni sono complementari, il che significa che se il primo ha un determinato spin (senso di rotazione), il secondo ha spin opposto. Per esistere hanno bisogno di avere spin opposti: se uno ha spin
“up” l’altro ha necessariamente spin “down”.

Entanglement elettroni psicologiaSe cambiamo spin al primo elettrone nello stesso momento il secondo elettrone si adatta e cambia spin. Questo avviene se i due elettroni sono vicini.

E cosa succede se i due elettroni, che hanno fatto parte dello stesso sistema, vengono allontanati a distanza di anni luce? Vediamo.

Proviamo a cambiare spin all’elettrone che abbiamo vicino a noi. Accade una cosa assurda. L’elettrone a distanza infinita cambia istantaneamente spin, dato che non potrebbe esistere con lo stesso spin del suo “gemello”. Comunica con noi e con l’elettrone che abbiamo vicino e lo fa istantaneamente. Quello di cambiare senso di rotazione non è un messaggio che viaggia alla velocità della luce. A quella velocità (non raggiungibile) ci vorrebbero migliaia anni perché l’informazione possa arrivare da un gemello all’altro.

Questo esperimento è un esperimento teorico (metodo ampliamento utilizzato dai fisici) perché è impossibile portare a distanza infinita una particella e contemporaneamente osservarla. Tuttavia è stato comunque fatto con distanze abbordabili (migliaia di km) ed è stata osservata la correlazione quantistica. Se cambiamo Spin all’elettrone sulla terra, l’altro elettrone a migliaia di km di distanza cambia il suo spin istantaneamente (Nota 5).

Questa correlazione viene chiamata “Entanglement” che significa “intreccio” ed è qualcosa che mette in profonda crisi il nostro concetto di spazio, il concetto di spazio razionale che utilizziamo tutti i giorni per pensare il mondo. (Vedi nota 6)


Il tempo assoluto non esiste


Nella Fisica Classica il tempo è stato in ogni descrizione una costante, ovvero un fattore assoluto e immutabile. Nella fisica moderna è cambiato tutto, e il tempo è diventato un fattore non più assoluto. Questo significa che il tempo non scorre allo stesso modo se consideriamo punti di osservazioni differenti. Se si è fermi il tempo scorre in un modo, se si è a bordo di una navicella che va a una velocità altissima il tempo scorre in modo diverso.

Esistono particelle subatomiche come il Muone che hanno una vita di pochi milionesimi di secondo. Queste particelle esistono solo per istanti piccolissimi in seguito a specifici cambiamenti quantistici. Tuttavia i fisici riescono a studiare i Muoni con un metodo molto semplice: vengono lanciati ad una velocità vicina a quella della luce. In questo modo la loro esistenza si allunga e possono essere gestiti e osservati.
Andare alla velocità della luce (come solo il fotone può fare) significa annullare il tempo, andare velocissimi invece significa rallentarlo considerevolmente. 

Il fotone è il quanto che costituisce la luce. Se si potesse viaggiare alla sua velocità, per il viaggiatore il tempo si fermerebbe. Il fotone infatti non vive il tempo, e se avesse una coscienza non vivrebbe un’esistenza simile alla nostra perché probabilmente alla velocità della luce, con il tempo annullato, non si potrebbe avere neanche una coscienza di sé (Leon e Ledermann 2014).

Luci fotoni

Questi esempi così strani ci possono avvicinare all’idea che il TEMPO ASSOLUTO è qualcosa di lontano anche dalla nostra realtà, perché il modo in cui questo scorre cambia in base a tanti fattori.

Ad esempio come dicevamo scorre diversamente se corriamo veloci o se siamo fermi, ma anche se siamo in montagna o se siamo a livello del mare, perché dipende dalla gravità (per approfondire vedi nota 3).

La fisica moderna fa si che l’assoluto perda senso, che il tempo e lo spazio perdano quella identità immutabile con cui vengono simbolizzati nel nostro senso comune. 

Ed è qui che la psicologia si trova a intrecciare il percorso che la fisica ha percorso negli ultimi cento anni arrivando in un certo senso a conclusioni simili.

Fisica e Psicologia: dualità in comune

Abbiamo compreso che le leggi della natura valide per il mondo visibile ad occhio nudo, si trasformano in leggi differenti se andiamo a guardare all’interno dell’atomo. 

Questa dualità, queste logiche di funzionamento diverse trovano una curiosa corrispondenza nella mente umana. È infatti interessante paragonare le teorie quantistiche alla teoria dell’inconscio (Vedi nota 4).
La mente, proprio come il mondo fisico macroscopico e microscopico, funziona secondo due logiche diverse:

•   Una prima è quella aristotelica, razionale, propria della mente cosìdetta “Asimmetrica” in cui le relazioni hanno la caratteristica appunto di essere asimmetriche:

Se “A” viene prima di “B” non è vero il contrario ovvero: “B” viene prima di “A”. Questa è la logica del pensiero scientifico, che si fonda sui principi di identità e non contraddizione. 

A    ————————>    B

non è vero che

B    ————————>    A

Se io sono più alto di te, tu non sei più alto di me. E’ una cosa ovvia. 

•   Una seconda logica invece è quella che guida il mondo interno all’essere umano, la logica propria dell’Inconscio, che pone pone le relazioni secondo un criterio di “Simmetria”, un criterio completamente differente dalla mente razionale. In questa assurda logica (assurda come sembrava assurdo ai fisici dei primi del 900 il comportamento dei quanti) accade qualcosa di diverso: se “A” viene prima di “B” è vero anche il contrario, “B” viene prima di “A”.

A    ————————>    B

è vero anche

B    ————————>    A

e quindi c’è simmetria:

A  <————————>    B

Quindi è semplice capire che se le 5 del pomeriggio vengono prima delle 6 del pomeriggio secondo la logica simmetrica è vero anche il contrario, e quindi il tempo nel modo di essere inconscio della mente non esiste.

Simmetria psicologia

L’inconscio, proprio come il fotone di prima, non conosce il tempo!

Il principio di simmetria vale anche per le relazioni spaziali: per l’inconscio lo spazio non esiste. Inoltre tutte le relazioni sono simmetriche: ad esempio se Marco è padre di Alessandro, per la logica dell’inconscio è vero anche il contrario, cioè che Alessandro è padre di Marco.

Questa confusione di relazioni, questo incredibile groviglio di eventi, identità ed emozioni, tutto questo è qualcosa che costantemente agisce ed è presente in ogni momento della nostro vivere quotidiano, ma che solo nel sogno e nei lapsus diventa più evidente. Quante volte vi sarà capitato di vivere un sogno in cui il tempo non segue la sua consueta via o una persona è contemporaneamente tante persone?

La logica dell’inconscio si differenzia dalla logica razionale del pensiero scientifico, proprio come le leggi che regolano il mondo macroscopico, quello che vediamo ad occhio nudo, si differenziano da quelle che regolano il mondo subatomico.

Inoltre è interessante capire che l’inconscio non è un luogo della mente, recondito, da portare alla luce con difficili lavori di analisi, ma un modo di essere della mente stessa, sempre funzionante durante ogni attività della vita quotidiana, e che in molti luoghi dei discorsi e dei pensieri lascia tracce che possono essere lette e riempite di significato, acquistando così gradi di libertà, dove libertà significa comprensione del modo in cui stiamo reagendo davanti ai momento di crisi.

Ci sono molti strumenti per comprendere i segni del modo di essere inconscio della nostra mente, e due fra questi sono la poesia e la musica, ma questa è un’altra macroscopica storia…

Note e riferimenti:

  1. Fisica quantistica per poeti – Leon M. Lederman, Christopher T. Hill – Bollati Boringhieri 2013
  2. Oltre la particella di Dio – Leon M. Lederman, Christopher T. Hill – Bollati Boringhieri 2014
  3. L’ordine del tempo – Carlo Rovelli – Adelphi 2017
  4. L’inconscio come insiemi infiniti – Ignacio Matte Blanco – Einaudi 2000 (1975)
  5. Physical Review Letters
  6. L’Entanglement mette in discussione quello che in fisica si chiama “Principio di Località”. Per approfondire

Morgan Colaianni
Psicologia Clinica. Orientamento Creativo.

5 risposte a "Cosa c’entra la Fisica Quantistica con l’inconscio? – Una spiegazione semplice"

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